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La salute degli occhi e delle orecchie è spesso trascurata. Come evitare danni irreparabili.

La salute degli occhi e delle orecchie è importante per il benessere generale del corpo umano. Questi organi sensoriali ci consentono di interagire con il mondo che ci circonda e di svolgere le attività quotidiane. Tuttavia, spesso diamo per scontato la loro importanza e trascuriamo la loro cura. Ecco alcuni consigli per mantenere la salute degli occhi e delle orecchie.

La salute degli occhi

Salute degli occhi

  1. Proteggere gli occhi dal sole: La luce solare intensa può danneggiare la retina e aumentare il rischio di sviluppare cataratta. Pertanto, è importante proteggere gli occhi indossando occhiali da sole con protezione UV quando si è all’aperto, soprattutto durante le ore di punta del sole.
  2. Fare esercizi per gli occhi: Lavorare troppo a lungo davanti allo schermo del computer o della televisione può causare affaticamento degli occhi e problemi di visione. Gli esercizi per gli occhi possono aiutare a prevenire questi problemi. Ad esempio, puoi fare l’esercizio del palming, che consiste nel coprire gli occhi con le mani a coppa e rilassarsi per alcuni minuti.
  3. Mantenere una dieta sana: Una dieta equilibrata e ricca di nutrienti come la vitamina A, C ed E, può aiutare a mantenere la salute degli occhi. Alimenti come carote, spinaci, uova, pesce e frutta secca sono buoni per gli occhi.
  4. Sottoporsi a controlli oculistici regolari: È importante fare controlli oculistici regolari per rilevare eventuali problemi di visione o altre patologie oculari. Se si notano cambiamenti nella vista, come difficoltà a leggere o a vedere da lontano, è importante contattare immediatamente un oftalmologo.
La salute dell'orecchio

Salute delle orecchie

  1. Proteggere le orecchie dal rumore: L’esposizione a rumori forti e prolungati può danneggiare l’udito. È importante proteggere le orecchie indossando tappi per le orecchie o cuffie durante l’esposizione a rumori forti come concerti o lavori edili.
  2. Pulire le orecchie correttamente: Le orecchie producono naturalmente cerume per proteggere l’udito. Tuttavia, l’eccesso di cerume può ostruire il canale uditivo e causare problemi di udito. È importante pulire le orecchie correttamente utilizzando solo con un batuffolo di cotone o un dispositivo specifico per la pulizia dell’orecchio, evitando di inserire oggetti estranei come le clip o le forcine.
  3. Riconoscere i sintomi di un problema uditivo: I sintomi di un problema uditivo possono includere difficoltà a capire le parole, problemi di equilibrio, vertigini e ronzii alle orecchie. Se si notano questi sintomi, è importante consultare un medico per una valutazione dell’udito.
  4. Evitare di ascoltare musica con le cuffie “in ear” e per troppo tempo. Oltre ai danni dovuti alla musica alta, si aggiungono quelli di una possibile infezione dovuta al sudore o alla possibile carica batterica presente negli auricolari. Se siete amanti della musica vi consigliamo di provare le cuffie a conduzione ossea. Oltre ad essere posizionati esternamente all’orecchio, quindi ottime da un punto di vista igienico, si esclude il rischio di danneggiamento al timpano per trauma acustico. Questo tipo di cuffie trasmette il suono attraverso la mascella e gli zigomi, evitando di utilizzare il canale uditivo esterno. Ciò significa che il suono non deve essere amplificato come accade nelle cuffie tradizionali, riducendo così il rischio di danni all’udito. Le cuffie a conduzione ossea sono particolarmente utili per coloro che lavorano in ambienti rumorosi o per coloro che amano ascoltare la musica a volume elevato. Esistono molte opzioni disponibili sul mercato, quindi è importante scegliere un modello di alta qualità e adatto alle proprie esigenze.

In generale, prendersi cura degli occhi e delle orecchie è essenziale per mantenere la salute e il benessere generale. Con questi semplici consigli, è possibile prevenire molti problemi comuni e proteggere questi importanti organi sensoriali.

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Adiura Livorno, 5 Maggio 2023

Foto by freepik.com

Fotobiomodulazione. Ringiovanire si può.

Sempre più spesso si sente parlare di “fotobiomodulazione” collegata al “biohacking”. Una serie di abitudini che letteralmente possono ringiovanire le cellule o quantomeno possono rallentare il processo di invecchiamento. In pochi sanno davvero di cosa si tratta. In questo articolo parleremo esclusivamente di una delle tecniche che chiunque a casa può fare, per iniziare il proprio processo di ringiovanimento e gli strumenti per farlo direttamente a casa tua fin da subito.

Cos’è la Fotobiomodulazione

La fotobiomodulazione è una terapia non invasiva che utilizza la luce per stimolare il metabolismo cellulare e promuovere la guarigione dei tessuti. Questo trattamento è stato utilizzato con successo in diverse aree della medicina, tra cui la dermatologia, l’ortopedia e la neurologia.

Il processo di fotobiomodulazione avviene attraverso l’irradiazione di tessuti con luce a bassa potenza, generalmente nell’intervallo di lunghezza d’onda del rosso o dell’infrarosso vicino. Questa luce viene assorbita dai mitocondri delle cellule, che attivano una serie di processi biochimici all’interno delle cellule stesse. Questi processi aumentano la produzione di energia cellulare (ATP) e migliorano la circolazione sanguigna, il che porta ad una maggiore rigenerazione dei tessuti danneggiati.

Applicazioni

La fotobiomodulazione è stata utilizzata con successo nella dermatologia per il trattamento di lesioni cutanee, acne, psoriasi e altri disturbi della pelle. In particolare, è stata dimostrata l’efficacia della fotobiomodulazione nel trattamento della rosacea, una condizione infiammatoria cronica della pelle che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. La luce rossa e infrarossa viene assorbita dalle cellule della pelle, che a loro volta producono più collagene, migliorando la struttura della pelle e riducendo la comparsa di rughe e linee sottili.

La fotobiomodulazione è anche utilizzata nella terapia del dolore, specialmente per il dolore muscolo-scheletrico. Questo tipo di trattamento può aiutare a ridurre il dolore e accelerare la guarigione dei tessuti danneggiati, come ad esempio dopo un intervento chirurgico o un infortunio.

Alcune ricerche hanno anche dimostrato che la fotobiomodulazione può essere efficace nel trattamento dei disturbi neurologici degenerativi, come il morbo di Parkinson, la depressione ma nessuno studio ancora, anche se sembra ci sia ottimismo per l’Alzheimer. La luce rossa e infrarossa viene assorbita dalle cellule cerebrali, migliorando la circolazione sanguigna e la produzione di energia, il che può portare ad un miglioramento dei sintomi.

L’utilizzo della fotobiomodulazione è generalmente sicuro, ma come con qualsiasi tipo di trattamento medico, può causare effetti collaterali in alcuni pazienti. I pazienti che hanno una sensibilità alla luce o con tumori cutanei dovrebbero discutere con il proprio medico prima di sottoporsi a questo tipo di terapia.

 

Fotobiomudulazione

Terapia della luce blu

L’acne è un problema della pelle che crea disagi psicologici a causa degli inestetismi che provoca. Scientificamente provato, il trattamento dell’acne a luce blu offre un trattamento delicato ed efficace contro acne, la rosacea e le cicatrici.

Terapia della luce verde

Il trattamento a luce verde ha dimostrato la sua capacità di ridurre il melasma e altri problemi di scolorimento della pelle. La luce verde penetra nei sottolivelli della pelle, agendo sui melanociti per ridurre la stimolazione della melanina che causa macchie scure sulla pelle. Con meno melanina che raggiunge la superficie della pelle, l’iperpigmentazione o lo sbiadimento scompaiono gradualmente.

Terapia della luce viola

La luce viola combina le luci rosse e blu. Elimina i batteri che causano l’acne riducendo l’infiammazione facciale e riducendo la comparsa di cicatrici legate all’acne. È quindi altamente raccomandato per le persone con acne e arrossamento.

Terapia della luce gialla

Il giallo ha caratteristiche abbastanza vicine alla luce rossa per la pelle. Più specificamente, è efficace nel trattamento della cutrosi e arrossamento dall’esposizione al sole e stimola la circolazione sanguigna.

Terapia della luce cianica

Il ciano è la combinazione di luci blu e verdi. Rimuove l’acne e le macchie di pigmento contemporaneamente.

Conclusioni

In conclusione, la fotobiomodulazione è una terapia non invasiva che utilizza la luce per stimolare il metabolismo cellulare e promuovere la guarigione dei tessuti. Questo trattamento è stato utilizzato con successo in diverse aree della medicina, tra cui la dermatologia, l’ortopedia e la neurologia. Se si è interessati a questo tipo di terapia vi consigliamo l’acquisto garantito di questi prodotti. Con soli 20 minuti al giorno, i primi risultati evidenti si iniziano a vedere già dal primo mese.

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Adiura Livorno, 13 Aprile 2023

 

 

 

Alimentazione nella terza età. La dietologa consiglia.

La corretta alimentazione dell’anziano è sempre basata sui criteri fondamentali della dieta mediterranea. Non si discosta troppo all’alimentazione “ideale” dell’adulto sano. Mantenere una vita sana ed equilibrata in ogni periodo della vita è fondamentale per la salute e tale raccomandazione è a maggior ragione valida nella terza età per garantire longevità e ridurre il rischio d’insorgenza di malattie infettivecardiovascolari e disturbi metabolici.

 I PRIMI PROBLEMI NUTRIZIONALI NELLA TERZA ETA’.

Numerose indagini alimentari hanno rilevato che spesso l’anziano non si nutre in modo corretto ed adeguato al suo stato di salute e segue una dieta monotona e poco varia: molto vino,  molto latte, cibi esageratamente salati, niente uova, un solo tipo di carne, troppi condimenti.

Queste diete limitate sono aggravate di solito da una dentizione imperfetta che crea problemi di masticazione e di inappetenza. L’inappetenza, a sua volta, può essere aggravata dallo stato di solitudine in cui vivono spesso i soggetti anziani e può portare come conseguenza opposta un’esagerata richiesta di cibi ricchi di carboidrati come pasta, riso, dolci (sia per un compenso psicologico sia per la loro facilità di preparazione).

Conseguenza di questi errori alimentari può essere una malnutrizione con perdita di peso (che diventa significativa quando il calo supera il 10% nell’arco di sei mesi), astenia, e abbassamento delle difese immunitarie.

Una dieta ipercaloriche invece, associate a disordini digestivi, potrebbe causare sovrappeso e accentuazione dei disturbi cardiovascolari.

REGIME NUTRIZIONALE NELL’ANZIANO

Le diete in età adulta devono tenere in considerazione particolari aspetti fisici e psichici e si consiglia quindi, una strategia di intervento “morbida”, volta a razionalizzare piuttosto che a modificare radicalmente il regime nutrizionale. Il fabbisogno calorico tende a diminuire nell’anziano per effetto della riduzione dell’attività fisica e della muscolatura quindi avrà bisogno di mangiare meno di quello che mangiava in età adulta per mantenere il giusto peso.

Mediamente per un anziano normopeso con moderata attività fisica sono necessarie e sufficienti 1700 -2000 kcal, meno di 1700 kcal se si stratta di donne e di soggetti molto anziani e sedentari, e fino a 2400 kcal se si stratta di uomini non molto anziani e con buona attività fisica oppure di soggetti sottopeso.

È molto importante garantire l’adeguato fabbisogno proteico (0.8 gr prot/Kg/peso corporeo):  ovviamente le proteine devono essere di elevato valore biologico, cioè facilmente assorbibili dall’organismo, per cui si può ricorrere alla carne tritata e a quella di animali giovani (pollo, coniglio, tacchino), al pesce (anche surgelato) particolarmente indicato per la tenerezza del tessuto connettivo e per la presenza di acidi grassi omega-3, utili per combattere la patologia aterosclerotica. Il consumo di pesce viene raccomandato almeno tre volte alla settimana.

La quota lipidica non dovrebbe superare il 30% delle calorie totali (rapporto di acidi grassi saturi/monoinsaturi/polinsaturi pari a 1 e colesterolo non superiore a 300-400 mg/die).

Per condire e cucinare è consigliabile l’olio extravergine di oliva (possibilmente crudo) per la presenza di acido oleico (monoinsaturo), di antiossidanti naturali come la vitamina E e per la buona digeribilità.

La quota glicidica va compresa tra il 50% e il 55% delle calorie totali, e in questo totale i glicidi semplici non devono superare il 15-20% per non provocare sbalzi nella glicemia (in genere non oltre i 20 g di saccarosio/die).

Nell’alimentazione dell’anziano l’apporto dietetico di fibre (25-30 g/die) va ottenuto attraverso il consumo di pane, pasta, legumi, frutta e verdura. Se la quantità aumenta (per ridurre i problemi di stipsi) può provocare, come effetto indesiderato, un’aumentata perdita di principi nutritivi.

VITAMINE, MINERALI E IDRATAZIONE.

In genere l’anziano tende a bere poco, per via di una diminuita sensibilità allo stimolo della sete. In particolari condizioni (febbre, terapie diuretiche, sudorazioni eccessive) il contenuto idrico viene ulteriormente impoverito. Giornalmente un soggetto di 60-65 anni dovrebbe introdurre 30-35 ml/kg di peso corporeo di acqua, sia nella sua forma classica che attraverso gli alimenti. L’anziano deve essere sollecitato all’introduzione di liquidi.  Oltre all’acqua durante i pasti, al mattino a digiuno e a metà pomeriggio sono consigliate minestre in brodo, spremute di agrumi, tè, camomilla, tisane, un bicchiere di vino ai pasti principali sia per rimediare alla naturale disidratazione dei tessuti, sia perché il ricambio idrico facilita l’eliminazione delle scorie.

Nell’alimentazione dell’anziano il latte va gustato parzialmente scremato (preferibilmente pastorizzato piuttosto che sterilizzato) facendo attenzione alla tolleranza, soprattutto per coloro che nel corso degli anni hanno trascurato questo alimento. L’apparato gastroenterico non abituato a utilizzare il lattosio (lo zucchero del latte) può reagire con dolori e spasmi. Per garantire un adeguato apporto di calcio (indispensabile per combattere l’osteoporosi) si può ricorrere al latte privo di lattosio, allo yogurt, ai formaggi.

Con l’avanzare dell’età il fabbisogno vitaminico nell’alimentazione dell’anziano non scende, però bisogna tenere sotto controllo l’eventuale alterazione dell’assorbimento intestinale, possibili errori alimentari e che frequentemente può verificarsi una carenza di vitamina D per ridotta esposizione alla luce solare. Il fabbisogno di vitamine e sali minerali può essere assicurato aiutando gli anziani a cucinare tutti i giorni (piuttosto che lasciare che utilizzino piatti riscaldati), a consumare frutta e verdura fresca, a ridurre l’uso di cibi conservati, precotti e inscatolati. Il fabbisogno calorico totale va suddiviso in 4-5 piccoli pasti per non sovraccaricare la digestione.

CONSIGLI PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE DELL’ANZIANO

  • Mangiare variato con pasti leggeri e frequenti;
  • non saltare mai la prima colazione;
  • masticare con cura gli alimenti;
  • una tazza di latte o una minestrina, come cena, non assicurano un adeguato apporto di energia e nutrienti;
  • cucinare in modo semplice senza eccedere con condimenti grassi, sale e salse;
  • mangiare tutti i giorni cereali (pane, pasta, riso, crackers, polenta);
  • contenere la quantità di zucchero e limitare le bevande zuccherate;
  • mangiare tutti i giorni verdure, crude o cotte, e almeno un frutto di stagione ben maturo;
  • bere acqua frequentemente durante il giorno, anche se non si avverte lo stimolo della sete;
  • gustare bevande alcoliche a bassa gradazione (vino, birra) moderatamente e durante i pasti;
  • utilizzare integratori solo a giudizio del medico;
  • consumare dolci con parsimonia;
  • è preferibile mangiare in compagnia.

Alimentazione e terza età

Fonte articolo Dott.ssa LAURA FERRERO Dietologa

Foto by pixabay.com

Adiura Livorno